Il Decreto Legislativo 152/06, contenente le norme in materia ambientale, delinea 3 tipologie di acque reflue: domestiche, industriali e urbane.
Secondo il D. Leg., è possibile definire domestiche le “acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche”.
Vale a dire che la fonte di questa tipologia di scarico deve derivare prevalentemente dal metabolismo umano, ma deve avere anche una fisionomia connessa alle attività domestiche.
Le acque reflue industriali, invece, sono “qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici o impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diversi dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento”.
Innanzitutto, per “attività commerciali o di produzione” s’intende qualsiasi stabilimento in cui si svolgono attività commerciali o industriali che comportano la produzione, la trasformazione ovvero l’utilizzazione di determinate sostanze e che comportano la presenza di tali sostanze nello scarico.
In questa sezione, rientrano tutte le acque di scarico derivanti da attività che non attengono strettamente al metabolismo umano e alle attività domestiche.
Ne consegue, quindi, che uno dei criteri di differenziazione è la qualità degli scarichi.
Tuttavia, vi è anche una differenza basta sulla provenienza dei reflui. Le acque reflue industriali, infatti, sono scaricate da edifici o impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni. Si tratta di acque reflue che danno luogo a un unico scarico in cui conferiscono anche eventuali reflui domestici. Di conseguenza, per distinguere le tipologie di reflui deve prevalere l’attività principale.
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Infine, vi sono le acque reflue urbane che sono “acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato”.
In sintesi, sono le acque derivanti dalle fognature pubbliche e dai depuratori comuni.