In Europa, più della metà del fabbisogno idrico totale è rappresentato dall’agricoltura. In alcuni paesi però, come Italia e Spagna, dove i fenomeni di siccità sono sempre più frequenti, si sente sempre più la necessità di elaborare nuovi metodi per sostenere il consumo idrico.
Un prototipo innovativo, tecnologicamente avanzato per la depurazione di acque reflue, è stato sviluppato da parte dell’Università di Bologna e l’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), in collaborazione con il Gruppo Hera e Irritec.
L’obiettivo del progetto è di elaborare una tecnologia che fornisca una maggiore disponibilità idrica e sostenibilità ambientale, migliorando la qualità della filiera depurativa e riducendo i concimi chimici.
In seguito alle ricerche effettuate, si è dimostrato come le acque reflue depurate contengano un elevato potenziale per il loro riutilizzo a scopo fertirriguo, sia in termini quantitativi che nutritivi, se abbinate a tecnologie e materiali innovativi che permettono di gestire l’irrigazione e la fertilizzazione di precisione.
La verifica degli effetti del riutilizzo diretto delle acque reflue depurate sul sistema suolo-pianta ha dimostrato che si tratta di una pratica sicura e sostenibile.
Attualmente, il prototipo è stato testato su 120 colture e ha generato risultati incoraggianti. Le acque reflue depurate godono di buona qualità, facendo sperare per il loro futuro utilizzo in campo agricolo.