Presso l’Australian Flinders University, gli esperti di salute ambientale stanno effettuando una ricerca in merito al riciclaggio sostenibile delle acque reflue, al fine di trovare un modo sostenibile per estrarre biomassa microalgare da poter utilizzare nei biocarburanti.
La ricerca si basa sul modello HRAP (High Rate Algal Pond) che prevede l’utilizzo di alghe e batteri per trattare le acque reflue. La ricerca è condotta in due impianti di trattamento nel Sud dell’Australia, più precisamente a Kingston-on-Murray e Peterborough.
Gli esperti hanno presentato un modello basato sull’utilizzo della concentrazione di calce spenta e magnesio per raggruppare i biosolidi ricchi di microalghe. Il sistema elaborato ha dimostrato di avere successo non solo nella raccolta dei biosolidi, ma anche nella riduzione di torbidità, nutrienti e contaminazione da E. coli.
Il sistema elaborato dai ricercatori dell’Australian Flinders University risulta molto conveniente da gestire. Il costo di costruzione corrisponde a circa il 40% del sistema precedente e sono leggermente più alti rispetto ai sistemi di acque nere. Tuttavia, il vantaggio maggiore è quello riguardante il tempo necessario al trattamento delle acque: mentre con un sistema convenzionale sono necessari 66 giorni per trattare le acque reflue, con il modello HRAP sono necessari solo 5-10 giorni.