La Commissione Europea ha recentemente elaborato un piano denominato “Waste Shipment Regulation” contenente delle nuove regole volte a limitare il traffico illegale di rifiuti e sostanze pericolose, il cui valore si attesta a circa 9,5 miliardi di euro all’anno. Il nuovo piano si pone l’obiettivo di favorire il riciclo di rifiuti e controllare che lo smaltimento dei rifiuti esportati avvenga secondo la legge.
Il piano si è reso più necessario che mai in seguito ai dati del 2020, secondo i quali circa il 50% del volume totale dei rifiuti è stato esportato, per un totale di 33 milioni di tonnellate. Di queste, però, la maggior parte è stata esportata in paesi poveri, dove non sono presenti impianti di trattamento adeguati per garantire un buon livello di sicurezza.
Tuttavia, il nuovo piano non è ritenuto abbastanza: l’organizzazione umanitaria European Environmental Bureau sostiene che il regolamento non complichi il processo di esportazione, e soprattutto non garantisca che le sostanze preziose contenute nei rifiuti vengano trattate e riutilizzare all’interno dell’Unione Europea. Secondo l’organizzazione, le aziende sono ancora attratte dagli interessi economici, motore primario di questo settore, in quanto la politica europea non è in grado di elaborare un’alternativa differente e maggiormente valida senza dover imporre ulteriori spese.
Molto spesso, l’esportazione dei rifiuti corrisponde a un risparmio nelle operazioni di gestione e smaltimento rifiuti. Secondo i dati del 2020, nel corso dell’anno la Turchia ha accolto circa 14 milioni di tonnellare di rifiuti “europei”, l’India circa 3 milioni di tonnellate e il Regno Unito circa 2 tonnellate. Altri paesi destinatari dei rifiuti europei sono stati Svizzera, Norvegia, Indonesia e Pakistan.
I materiali più esportanti, nel 2020, sono stati ferro e acciaio, per un totale di 17,4 milioni di tonnellate, seguiti da carta e cartone con 6,1 milioni di tonnellate e plastica con 2,4 milioni.
Tuttavia, maggior parte di questi rifiuti è stata esportata illegalmente, spesso nascondendo i rifiuti all’interno di container, violando apertamente il diritto internazionale.
L’esportazione di rifiuti, illegale e non, risulta essere però un’occasione persa per l’Europa: all’interno dei rifiuti sono contenute sostanze preziose che, se recuperate, potrebbero ridurre gli effetti sull’ambiente causati dall’estrazione di nuovi materiali e materie prime.