L’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente, ISPRA, ha da poco diffuso i dati del 2018 su un Rapporto sui rifiuti speciali in Italia. Una ricerca che, alla luce della pandemia da Covid-19, è lo specchio di un Paese prima di questa grave crisi, ma che rivela molto delle nostre abitudini.
Tra i dati più significativi, i 143,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti nel 2018, aumentati rispetto all’anno precedente di 4,6 milioni di tonnellate e del 6,4% rispetto al 2016. L’idea del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti prevedeva una riduzione della produzione relativa all’anno in corso pari al 10% per unità di PIL, ma è chiaro che, alla luce dell’emergenza sanitaria, l’obiettivo non sarà raggiunto facilmente.
Tanti gli aumenti registrati: i rifiuti pericolosi sono arrivati alla soglia dei 10 milioni di tonnellate nel 2018, mentre quelli non pericolosi evidenziano +4,2 milioni di tonnellate. +6,6% rispetto al 2017 per i rifiuti da costruzione e demolizione, mentre nel settore industriale e manifatturiero si sottolinea una leggera diminuzione, dai 29,9 milioni tonnellate del 2017 ai 28,6 milioni di tonnellate nel 2018.
In ambito smaltimento, si segnala sia una riduzione dell’uso delle discariche, dal 8,2% al 7,8%, ma anchee una vera diminuzione delle discariche stesse: nel 2016 erano 360, nel 2018 si attestano a 310. L’uso dell’incenerimento si stabilizza allo 0,8%, ma aumenta altresì lo smaltimento alternativo, come i trattamenti biologici, che nel 2018 coinvolge l’11% dei rifiuti.
Per quanto concerne il recupero, l’Italia mostra un leggero rialzo arrivando a recuperare circa il 67,7% dei rifiuti speciali pari a 103 milioni di tonnellate, differentemente dal 2017 che erano 101 milioni di tonnellate. Tuttavia, il nostro Paese ne esporta circa 3,5 milioni di tonnellate, in particolare quelli prodotti dagli impianti di trattamento. Viceversa, importiamo i rifiuti non pericolosi facilmente riciclabili, e nel 2018 si è registrato un aumento del 10% in quest’ambito.
Chiaro a questo punto il panorama nazionale, che mostra un Paese con grosse criticità per quanto concerne il recupero e l’uso delle discariche specialmente per gestire rifiuti pericolosi, che conseguentemente esportiamo con maggior frequenza. A questo scenario si dovrà infine osservare la gestione del 2019 e soprattutto di questo 2020, che avrà certamente portato trasformazioni anche a causa del lockdown e dei rifiuti prodotti durante la crisi.