Ufficialmente entrati in fase 3 dopo il 3 giugno con la riapertura delle regioni e successivamente la possibilità di spostarsi all’interno degli Stati dell’UE, possiamo lasciarci alle spalle una quarantena dura e difficile, che non ha sconfitto il virus ma lo ha sicuramente attenuato nella sua diffusione e che, tuttavia, ha segnato profondamente la nostra economia.
Il Decreto Rilancio approvato dal Governo, precisa dunque quali sono queste linee guida necessarie per attuare una ripartenza in piena sicurezza e per evitare eventuali ricadute di un sistema reso più fragile a causa delle misure restrittive e consentire un ritorno alla vita sia economicamente che socialmente. Una vita ben lontana dal concetto di normalità a cui siamo stati abituati finora e che lo sarà ancora per molto, a meno dell’arrivo del vaccino, su cui sta lavorando l’intera comunità scientifica.
Tanti i settori coinvolti in questo rilancio, non solo le attività commerciali, dalla ristorazione, al turismo, alla vendita al dettaglio, a cui si richiede uno sforzo collettivo per poter ripartire e a cui si aggiungono tutti quei servizi che non si sono mai fermati nemmeno in piena emergenza, come quello degli autotrasporti, che può tornare a respirare. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato di aver predisposto infine un piano nazionale di monitoraggio per intervenire tempestivamente qualora si presentassero nuovi focolai.
La responsabilità quindi passa ai cittadini, a cui si chiede di lavorare secondo precise norme di sicurezza e secondo protocolli prestabiliti a seconda della propria attività lavorativa.