Il prossimo 21 maggio scadrà il termine per la presentazione del MUD 2022, il Modello Unico di Dichiarazione ambientale che fa riferimento ai rifiuti prodotti nel corso del 2021. Il nuovo modello, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 dicembre 2021, presenta delle modifiche che da un lato permettono di tenere il passo delle più recenti evoluzioni normative per produttori e gestori, dall’altro invece potrebbero rivelarsi complesse da digerire nei pochi mesi a disposizione prima della scadenza.
Il nuovo modello era da molto tempo atteso, soprattutto in seguito alla nuova classificazione dei rifiuti entrata in vigore dal primo gennaio 2021 tramite il decreto legislativo 116 del 2020. La nuova classificazione, infatti, ha rivoluzionato la categoria di rifiuti “urbani”, includendo anche un lungo elenco di rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche. Dal 1 gennaio 2021, le aziende potevano scegliere se affidarsi a degli operatori privati o pubblici per la raccolta dei rifiuti urbani, cosa che non era possibile prima della nuova classificazione.
Questa nuova possibilità impone ai raccoglitori e ai trasportatori privati che hanno ritirato questa particolare tipologia di rifiuti di comunicare i dati attraverso la comunicazione “rifiuti urbani”. Ciò potrebbe rivelarsi una complicazione per loro, poiché dovranno presentare due differenti dichiarazioni, ovvero “rifiuti urbani” tramite il sito “MUD comuni” e quella “rifiuti” tramite il portale “MUD telematico”.
Un’altra complicazione, però, potrebbe essere quella legata alla nuova “scheda riciclaggio”, la quale dovrà essere compilata dagli impianti che in primo luogo effettuano operazioni di recupero di materia o di preparazione per il riutilizzo di rifiuti urbani e di imballaggio e, in secondo luogo, generano end of waste, materie prime seconde, prodotti, materiali o sostanze. La scheda riciclaggio chiede informazioni dettagliate, come gli scarti generati dai trattamenti preliminari alle operazioni di riciclo e dalle operazioni stesse, le quantità totali trattate nell’anno dall’impianto e le quantità trattate nelle operazioni finali di riciclo. Queste informazioni sono necessarie anche per rispettare il nuovo metodo europeo di calcolo delle performance di riciclo. Le aziende dovranno fornire i dati relativi al 2021, dati però che non sono ancora in loro possesso. Per questo motivo, il legislatore prevede a possibilità di fornire delle stime, realizzate con la migliore accuratezza possibile.