Veritas, l’azienda multiservizi ambientali che serve 29 comuni della Città metropolitana di Venezia e 7 comuni della provincia di Treviso, ha presentato il primo report di tracciabilità delle acque, realizzato a livello nazionale e che analizza i risultati del 2020.
Come riportato nel report, le analisi chimiche effettuate nel 2020 nei laboratori dell’azienda Veritas sono state 2470, con il monitoraggio di 37 mila parametri chimici, fisici e biologici.
Ci sono materiali, come oli e grassi e sabbie, che sono stati interamente recuperati, a differenza di alcuni materiali che vengono recuperati solo parzialmente, come i fanghi (45%) e solidi di vaglio (99%). La restante parte dei materiali viene smaltita.
Grazie ai depuratori di Veritas, è possibile rimuovere il 96% dei solidi sospesi, l’89% del fosforo e il 76% dell’azoto presenti nelle acque reflue della laguna veneziana. Inoltre, viene ridotta notevolmente la domanda di ossigeno per ossidare le sostante inquinanti (-91%) e degradare le sostanza organiche (-95%).
Ne consegue che al termine dei trattamenti messi in atto da Veritas nei propri depuratori, il 99,6% delle acque depurate è conforme ai parametri di legge ed è quindi possibile rilasciarle nell’ambiente.
Di conseguenza, nel 2020 sono stati restituiti 88.847.726 metri cubi di acqua depurata ai bacini idrici più importanti della zona: circa il 45% è stato rilasciato nel Mar Adriatico, il 20% nella Laguna di Venezia, il 19,5% nei fiumi Brenta, Sile e Piave e il restante alla rete idrografica minore. Un risultato importante, che potrebbe aiutare a ridurre la scarsità di acqua e il problema della siccità.