L’European Cleaning and Facility Services Industry (EFCI) è l’organizzazione di rappresentanza del settore dei servizi di pulizia a livello europeo. Recentemente ha pubblicato il suo ultimo rapporto “Covid-19 Impact Analysis” nel quale analizza l’evoluzione del settore negli ultimi anni e l’impatto del Covid-19 sul settore nel 2020.
I rapporti dell’EFCI sono una risorsa importante per il settore, in quanto evidenziano i dati e le tendenze a livello europeo permettendo di comprendere meglio la sua evoluzione.
Il rapporto di settore 2021 è diviso in due sezioni. Nella prima sezione è possibile trovare una panoramica degli indicatori principali che descrivono le caratteristiche del settore delle pulizie europeo, i quali si basano sui dati Eurostat più recenti disponibili (2018). I dati Eurostat fanno riferimento ai 27 paesi membri dell’Unione Europea e Norvegia, Svizzera e Regno Unito.
Nella seconda sezione, invece, viene effettuata un’analisi qualitativa dell’impatto della pandemia di Covid-19 sul settore delle pulizie in Europa, basata sui dai forniti dai membri dell’EFCI tramite un questionario condotto durante l’estate 2021.
Secondo i dati Eurostat, tra il 2014 e il 2018, il numero dei dipendenti nell’industria delle pulizie è cresciuto ogni anno, raggiungendo 4,19 milioni di persone occupate nel settore. I dati evidenziano che in quest’ambito, i paesi che hanno registrato la crescita maggiore sono Danimarca, Lettonia e Cipro, con un tasso di crescita di oltre il 40% nell’interno periodo di riferimento.
Inoltre, nello stesso periodo, il settore delle pulizie europeo ha registrato un aumento del 16,5% del fatturato, raggiungendo quasi 130 miliardi di euro nel 2018. I paesi che hanno registrato la crescita maggiore del fatturato sono stati Germania (+39%), Polonia (+34%) e Regno Unito (+34%).
Tuttavia, a causa della pandemia globale di Covid-19, il settore ha subito importanti effetti. Il rapporto, infatti, mostra come il fatturato complessivo del settore delle pulizie sia diminuito a livello europeo. Ciò è dovuto principalmente a causa del calo del numero di contratti a seguito di cancellazioni o sospensioni. Il settore è stato messo a dura prova nella maggior parte dei paesi europei a causa della chiusura di massa durante il lockdown.
La diminuzione del fatturato si registra in particolare nelle aziende operanti nel settore dei trasporti, intrattenimento, turismo e ospitalità. Il paese ad aver registrato il calo maggior è la Francia, con un calo del 21%.
Per far fronte alle conseguenze negative del calo del fatturato, molte imprese di pulizie hanno incrementato i propri servizi, introducendo anche nuove tecnologie. Nella seconda metà dell’anno, quando i paesi stavano gradualmente uscendo dal lockdown, si è registrato un rallentamento nel calo del fatturato, diminuendo quindi l’impatto negativo.
La pandemia ha portato anche dei cambiamenti significativi, in particolare per quanto riguarda l’orario lavorativo per i servizi di pulizia. Infatti, se nel periodo pre-Covid l’attività di pulizia si concentrava al mattino presto e alla sera, a partire dal 2020 le strutture richiedono che la pulizia venga effettuata durante l’orario di lavoro diurno. Questo è dovuto principalmente alla prevenzione della contaminazione a garanzia della sicurezza e del benessere dei dipendenti.
Il settore delle pulizie ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello europeo, tuttavia mancano ancora delle azioni politiche e necessarie per garantire che le richieste di lunga data di questo settore siano ascoltate.